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Jeko e la leggenda della frutta che suona

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È un caldissimo pomeriggio lavorativo in Mikamai. Ci troviamo faccia a faccia con un volto familiare, uno dei nostri, che ci concede una breve intervista.

Jeko in veste di DJ

Stefano Guglielmetti, A.K.A. Jeko, ha 36 anni e da quando ne aveva 19 lavora nel campo dell’IT. Sorvolando sulla favola del bambino che a otto anni già giocava a fare lo sviluppatore, Jeko (nickname nato dal mondo del writing), dopo un po’ di tempo @Flashnet, fonda la sua prima società, Interact, nel 1998. Passano gli anni e stanco della solita vita,  Jeko è sul punto di mollare tutto per seguire una delle tante passioni (la cucina, forse?), ma viene rapito dal fascino di un nuovo progetto: MIKAMAI.

L’ha vista nascere con gli amici Giovanni e Ivan, l’ha seguita nel tempo ed è rimasto talmente colpito che decide di trasferirsi a Milano nel 2011 per entrare a far parte del Team Mikamai; qui inizia a fare, disfare e sperimentare e, divertendosi, sceglie (per il momento) di non abbandonare il mondo di internet.

Jeko, ti hanno visto in veste di DJ all’opening di Mikamai. E’ vero?
Yessss! Sono diventato barman e DJ a forza di bere e ballare ;-) Le discoteche sono la mia seconda casa e, in fondo, fare i cocktail è simile a cucinare, è una questione di abbinamento di gusti, no? Però non sono un DJ, attenzione, non mi atteggio a fare professioni che non so. La mia è una passione, come molte altre, non mi interessa, per ora, farla diventare un lavoro. Magari quando mi stancherò di “cose tecnologiche” potrò fare il DJ o magari il cuoco, altra grande mia passione (…. tutta Mikamai si lascia sempre deliziare dal suo #erabbono style!)

Ma come ti è venuta l’idea della frutta che suona ?
Oltre alla musica e alla cucina, un’altra mia passione è l’elettronica, e … avevo due ore libere! Volevo fare qualcosa per far passare il tempo ai bambini che sarebbero venuti all’opening di Mikamai;  per farli divertire. E così mi sono ispirato a un video di un’idea simile visto sul web.  (Il resto della storia già lo conosciamo)

La frutta che suona

Ok! Spiegaci un po’ come funziona! È una di quelle cose da “non ripetere assolutamente a casa”?
Per la “frutta che suona” ho preso spunto da Makey Makey, an invention kit for everyone, come lo definiscono gli stessi sviluppatori. È un kit basato su Arduino, una piattaforma elettronica open che ha reso possibile a molti smanettoni (come me) di realizzare le proprie idee di apparecchiature elettroniche, modificarle, svilupparle, spostando tutto il lavoro sul software, più facile da gestire.

Non avendo a disposizione, però, né il kit di Makey Makey, né Arduino, ho usato Teensy, un “clone” di Arduino, e un kit di resistenze comprate per 1 euro. Così mi sono fatto il Makey Makey da solo (per inciso, loro stessi ti dicono come farlo!), personalizzandolo in modo che non fosse necessario il filo della messa a terra. Con un’ applicazione in HTML5 sul sito www.artcopycode.com, ho associato a ogni strumento un frutto: la pressione delle dita sul frutto simulava la pressione sui tasti del computer, a cui era collegato.

E così, si poteva suonare la frutta!
Unica pecca, con le ragazze che indossavano zeppe di sughero, non funzionava! Erano troppo “isolate” (dal punto di vista elettrico, si intende).

Abbiamo visto molta gente giocare con la batteria di frutta …..
Per me è una cosa vista, rivista e stravista. Non c’è nulla di nuovo. Si basa sullo stesso principio e sulle stesse tecnologie dei sensori touch di uno smartphone o di un ascensore moderno. È solo l’interfaccia che è diversa; non te la aspetti, vero ?
Mi è piaciuto vedere la reazione della gente: tutti danno per scontato l’iphone e si stupiscono davanti alla frutta che suona!

Ormai alcuni pensano tu sia un “guru dell’elettronica fai-da-te”. Hai altre idee ?
Mi sembra che l’altra sera il biliardino sia stato uno dei “protagonisti”. Sto pensando di fare qualcosa che sia legato a quello; per il momento non entro nei dettagli. Non ci dobbiamo comunque dimenticare dell’APIcancello, altro progetto di Mikamai che apre porte e cancelli con un semplice touch sul vostro smartphone, grazie a electricimp: dovreste intervistare Emanuel, è lui l’ideatore!
(E lo faremo…)

Altro per il futuro ?
Proiettare il baffo della Nike sulla Luna, ovviamente!

Se ci riesci diventi famoso !
Grazie Jeko! Chiamaci quando hai altro da raccontarci!

Patrizia Squarcini e Francesca Canzone

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